mercoledì 8 luglio 2015

RATEAZIONE EQUITALIA TEMPO FINO AL 31 LUGLIO 2015 PER ISTANZE D I RIAMMISSIONE

FONTE:  FISCO E TASSE
 
I contribuenti che sono decaduti da un piano di rateazione, concesso ai sensi dell'art. 19 D.P.R. 602/1973, potranno chiederne la riammissione (per un massimo di 72 rate) presentando apposita istanza entro il 31 luglio 2015.
Equitalia ha pubblicato  il fac-simile del modello d'istanza, che va presentato tramite raccomandata A/R, o a mano, presso il competente Agente della riscossione, o quello specificato nell’atto inviato da Equitalia. Dopo un breve riepilogo sulle possibilità ordinarie di rateazione, si illustreranno le modalità per richiedere la riammissione di una rateazione già decaduta.
 

Rateazione Equitalia: le regole ordinarie

Esistono due tipologie di rateizzazioni:
  • una ordinaria, fino a un massimo di 72 rate mensili (6 anni);
  • una straordinaria fino a un massimo di 120 rate mensili (10 anni), nei casi di grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica. Per ottenere questo tipo di rateazione occorre attestare, con istanza motivata, che la situazione di difficoltà sia legata alla congiuntura economica e che sia estranea alla propria responsabilità. Insieme all'istanza motivata, deve essere presentata anche la documentazione che prova il rispetto dei due seguenti requisiti:
    • accertata impossibilità di eseguire il pagamento del credito tributario secondo un piano ordinario;
    • solvibilità dello stesso debitore in relazione al piano di rateazione concedibile.
La modalità di richiesta è diversa a seconda dell'importo del debito:
  • fino a 50.000 € basta una domanda semplice, e si accede automaticamente alla rateazione ordinaria;
  • per importi superiori a 50.000 € bisogna presentare ulteriore documentazione che attesti lo stato di difficoltà economica e la situazione economico-patrimoniale dell'impresa.
L’importo minimo di ogni rata è di regola pari a 100 euro.
 
I piani di rateazione sono alternativi per cui in caso di mancata concessione di una dilazione straordinaria, si può chiedere una rateazione ordinaria.
 
In caso di peggioramento della propria situazione di difficoltà, che non consente più di sostenere il piano di dilazione in corso, sia ordinario sia straordinario, il contribuente può chiedere a Equitalia (una sola volta) la proroga del precedente piano di rateazione.
 
Si decade dal beneficio della dilazione in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive (termine così modificato dal decreto legge 69/2013, cd. "Decreto del fare", in quanto prima la decadenza scattava per il mancato pagamento di due rate consecutive).
 

Rateazione Equitalia: istanza entro il 31 luglio

Per i contribuenti decaduti dal piano di rateazione entro il 31.12.2014, è possibile richiedere la "riammissione" alla rateazione presentando un'apposita istanza entro il 31 luglio 2015.
 
L'istanza va presentata tramite raccomandata A/R o a mano presso il competente Agente della riscossione, o quello specificato nell’atto inviato da Equitalia.
 
La riammissione alla rateazione può essere chiesta per un massimo di 72 rate. Pertanto se un contribuente aveva in corso una maxi rateazione di 10 anni (120 rate), la riammissione al beneficio non potrà superare i 6 anni (72 rate). La nuova rateazione non è prorogabile, al contrario di quelle ordinarie, e decade a seguito del mancato pagamento da parte del contribuente di 2 rate (anche non consecutive).
 
A seguito della presentazione della richiesta del piano di rateazione non possono essere avviate nuove azioni esecutive.
 
Riammissione alla rateazione da cui si e' decaduti:
Chi può usufruirne
I debitori decaduti entro il 31.12.2014 da precedenti rateazioni.
Come accedere alla nuova riammissione
Il soggetto interessato deve presentare istanza ad Equitalia entro il 31.07.2015, usando il modello fac-simile disponibile sul sito di Equitalia.
Regole
La riammissione alla rateazione è concessa per un massimo di 72 rate, non può essere prorogata e decade con il mancato pagamento di 2 rate, anche non consecutive.
 
 

TASSAZIONE DELLE VINCITE AL LOTTO -LOTTERIE E CONCORSI VARI

Le vincite derivanti da estrazioni, giochi di abilità, concorsi a premio, pronostici e scommesse, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche o private e, in genere, dai sostituti d’imposta, sono soggette a una ritenuta alla fonte a titolo di imposta, con facoltà di rivalsa. In particolare, la ritenuta sulle vincite e sui premi del lotto, delle lotterie nazionali, dei giochi di abilità e i concorsi pronostici esercitati dallo Stato, è compresa nel prelievo operato sulle giocate. Dal 1° gennaio 2012, sulle vincite di importo superiore a 500 euro, è trattenuta una somma pari al 6% sulla parte eccedente quel limite. La vincita non va pertanto dichiarata.


martedì 7 luglio 2015

SICILIA- COMUNI E AGENZIA ENTRATE A CACCIA EVASORI


Parte in Sicilia la partecipazione incentivata all’accertamento dei tributi erariali. I Comuni siciliani hanno trasmesso 950 segnalazioni qualificate di fenomeni d’evasione di tributi erariali. I dati solo stati presentati dal Direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate della Sicilia, Antonino Gentile, nell’ambito del Convegno che si è svolto il 30 giugno presso la Galleria d’Arte Moderna di Palermo sul tema “La CollaborAzione tra Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Comuni siciliani nella lotta all’evasione fiscale”. Il Convegno è stato organizzato con la collaborazione del Comune di Palermo, AnciSicilia, Direzione Regionale della Sicilia dell’Agenzia delle Entrate, Comando Regione Sicilia della Guardia di Finanza e Ifel.
Le Direzioni Provinciali siciliane dell’Agenzia delle Entrate, nel biennio appena trascorso (2013-2014) hanno notificato 304 avvisi di accertamento per un maggior imponibile accertato di 33 milioni di euro e una maggiore imposta evasa che supera i 5 milioni di euro. Un vero e proprio balzo in avanti sia per le segnalazioni (190 segnalazioni trasmesse nel 2013; 610 segnalazioni nel 2014; 150 segnalazioni nel primo semestre 2015), sia per le maggiori imposte accertate (euro 147.682 nel 2013 e 5.163.288 nel 2014, di cui oltre il 50% è stato già definito dai contribuenti).
 Un team di esperti dell’Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, Ancisicilia, nel 2013, hanno  elaborato una strategia per contrastare l’evasione fiscale, mettendo in campo appositi percorsi di indagine di agevole attuazione poiché realizzati tenendo conto delle specificità locali.
La Direzione Regionale della Sicilia ha poi fatto da volano, istituendo, nel 2013, una rete di Referenti provinciali e regionali con il compito di mantenere costanti rapporti di collaborazione e assistenza con i Comuni aderenti al Protocollo d’Intesa siglato tra le istituzioni coinvolte.
Nel biennio, con la collaborazione della Guardia di Finanza – Comando Regione Sicilia, Ancisicilia e Ifel, sono stati formati 134 Comuni siciliani e oltre 450 tra funzionari e dirigenti delle amministrazioni comunali.
il Comune che ha trasmesso più segnalazioni dal 2013 a oggi va a Palermo (214); le segnalazioni più proficue nel biennio appena trascorso (2013/2014) sono pervenute dallo stesso capoluogo e da Catania, che rispettivamente hanno consentito di accertare una maggiore imposta di quasi un milione di euro e di quasi due milioni di euro. Tra i piccoli Comuni, particolarmente rilevanti sono state le segnalazioni di Acireale, che hanno consentito di accertare oltre 280 mila euro di imposte; a seguire Noto con 270 mila euro di imposte evase accertate.

Il riassunto delle segnalazioni dei Comuni siciliani evidenzia una concentrazione nell’ambito “proprietà edilizia e patrimonio immobiliare” (40%), che individua principalmente i fenomeni di evasione dei redditi fondiari in tendenza con il dato nazionale. L’ambito più proficuo, però, è quello relativo al “commercio e professioni” che, a fronte di un numero minore di segnalazioni, ha totalizzato quasi tre milioni di maggiore imposta accertata.
In termini di proficuità, al secondo posto (oltre un milione di euro di maggiore imposta accertata) si collocano le segnalazioni dell’ambito “disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva”. Quest’ultimo ambito intercetta ordinariamente fenomeni di evasione che conducono ad accertamenti fiscali, tramite lo strumento del redditometro, nei confronti di quei contribuenti che manifestano una capacità di spesa superiore ai redditi dichiarati; tuttavia, nell’esperienza locale, questa tipologia di segnalazioni ha condotto ad accertamenti analitici per reddito di impresa.
 Quasi 200 segnalazioni, effettuate principalmente da Palermo e Catania, hanno evidenziato una spesso macroscopica discordanza tra il numero delle autorizzazioni alla sepoltura rilasciate dagli uffici comunali preposti agli impresari di pompe funebri e i dati forniti dagli stessi al fisco.
Eclatante il caso del titolare di un’agenzia di onoranze funebri dell’isola che, a fronte di 74 servizi funebri dichiarati al fisco, aveva ottenuto dal comune competente 126 autorizzazioni, con una differenza di ricavi accertata pari a circa 100mila euro.
Succede anche che a forza di frequentare il cimitero, l’impresa di pompe funebri diventi “fantasma” e pur avendo richiesto 124 autorizzazioni per servizi funebri abbia omesso di dichiararle al fisco. La segnalazione ha condotto all’iscrizione a ruolo di maggiori somme (imposte, interessi e sanzione) complessivamente dovute all’erario per oltre 300mila euro.
Alcuni accertamenti ICI  hanno una doppia proficuità. Una semplice interrogazione della banca dati messa, a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, ha infatti evidenziato che una persona fisica destinataria di un accertamento per mancato pagamento dell’ICI aveva omesso altresì di dichiarare l’immobile al fisco. L’accertamento dell’Agenzia delle Entrate ha recuperato oltre 16mila euro di imposta, più interessi e sanzione.
Un percorso virtuoso è stato seguito da un altro comune siciliano che, semplicemente incrociando le informazioni relative ai contribuenti ICI con i dati della Anagrafe tributaria, consultabili tramite l’applicativo a disposizione dei comuni Siatel-PuntoFisco, ha individuato un contribuente che pagava l’ICI ma aveva omesso di dichiarare i redditi fondiari, tra cui rilevanti redditi per locazione di fabbricati. Il conseguente accertamento della competente Direzione Provinciale ha consentito di recuperare oltre 60mila euro di imposta evasa, più interessi e sanzione. Incrociando i dati tra le cessioni di terreni edificabili e le dichiarazioni dei redditi presentate dai venditori, un piccolo comune siciliano ha segnalato l’omessa dichiarazione della plusvalenza immobiliare conseguita dal cedente l’immobile. Dalla segnalazione, a seguito di approfondimenti istruttori della Direzione Provinciale competente, è emersa l’omessa dichiarazione di una plusvalenza di oltre 230mila euro. La compravendita effettuata dal proprietario del terreno edificabile senza dichiarare alcuna plusvalenza è stata contestata agli eredi, che in quanto tali hanno però risparmiato sulle sanzioni.

. Nell’ambito di controlli effettuati per attività di contrasto agli abusi edilizi, gli agenti di polizia municipale hanno individuato la realizzazione abusiva di un locale adibito a bar/discoteca, nella disponibilità di una ente non commerciale. A seguito della segnalazione qualificata, l’Agenzia delle Entrate ha effettuato una verifica, che ha consentito di constatare l’omessa dichiarazione di ricavi, sia ai fini del reddito d’impresa sia ai fini Iva, derivanti dall’attività commerciale svolta dall’ente nel locale abusivo.


 

MESSAGGIO DEL FONDATORE