mercoledì 22 dicembre 2010

mobbing-Come difendersi dal mobbing?

Come difendersi dal mobbing?
Intanto, è importante seguire anche alcune regole, quando ci si accorge di essere una possibile vittima del mobbing:
abbiate pazienza: è la prima regola da seguire. Il viaggio contro il mobbing è lungo, duro e difficile, organizzatevi per una lotta nella quale, alla fine, sarete voi i vincitori;
non cedete allo scoramento e alla depressione: voi siete solo un capro espiatorio di una situazione che non dipende da vostre colpe;
non pensate alle dimissioni: la prima cosa alla quale un mobbizzato pensa è quella di fuggire e di liberarsi dalla situazione stressante, abbandonando il lavoro. Ricorrete a un periodo di malattia solo per il tempo strettamente necessario: utilizzate preferibilmente i periodi di ferie non godute o i recuperi orari;
non pensate di essere gli unici: siete solo uno dei tanti;
organizzatevi per resistere: la messa in atto di azioni mobbizzanti nei vostri confronti, costa alla vostra azienda attorno al 190% della vostra retribuzione annua lorda.
raccogliete la documentazione delle vessazioni subite: è necessario che voi documentiate nel modo migliore possibile le azioni mobbizzanti messe in atto nei vostri confronti;
trovate colleghi disposti a testimoniare (anche se è difficile);
tenete un diario di ogni azione mobbizante contenente: data, ora, luogo, autore, descrizione, persone presenti, testimoni.
Inoltre, è consigliabile tenere anche un resoconto delle conseguenze psico-fisiche sul vostro organismo delle azioni mobbizzanti (il mobbing fa ammalare: i sintomi di questa malattia possono essere psichici (ansia, depressione, attacchi di panico, etc.), fisici (insonnia, emicrania, cefalea, dolori muscolari, precordialgie, palpitazioni cardiache, acidità gastrica, tremori, mancanza d’appetito, appetito eccessivo, diminuzione della potenza e del desiderio sessuale, etc.) e del comportamento (perdita dell’autostima, mancanza di fiducia in se stessi, senso di inutilità, etc). Questo faciliterà nel documentare il danno biologico che il mobbing ha determinato su di voi, al fine della richiesta di risarcimento dei danni psico-fisici (lesioni personali).
Poi, mettete in forma scritta e fate protocollare o spedite per raccomandata A.R. ogni vostra richiesta:
Non vi isolate: coltivate le vostre relazioni sociali, frequentate gli amici, rinsaldate i rapporti familiari spesso impoveriti dal punto di vista affettivo e sessuale.
Denunciate il mobbing: è questa una attività da attuare con ponderata attenzione, evitate che le denuncie possano esporvi a ritorsioni, o possibili querele per diffamazione.
Scrivete la storia del vostro mobbing. Siate il più concisi possibile. Divulgate all’interno dell’azienda le vostra situazione. Iscrivetevi a un’associazione contro il mobbing.
Ricorrete alle vie legali: nella scelta tra procedimento penale e/o civile (causa di lavoro, risarcimento del danno biologico), preferite dapprima il procedimento civile.
E’ opportuno rivolgersi a un buon avvocato (è meglio se sono specializzati nelle tematiche legate al lavoro o se ha già trattato cause di mobbing), che sicuramente non abbia legami con la vostra azienda. Chiarite subito gli obiettivi che intendete raggiungere (danno biologico, demansionamento, reintegra nel posto di lavoro, patteggiamento, risarcimento dei danni, etc.) e le strade da percorrere. Avvocati e studi legali, ovviamente, possono essere consultati in ogni momento, anche all’insorgenza delle prime avvisaglie di mobbing.
Ma ci sono varie tipologie di professionisti di riferimento a seconda della gravità, della durata, della tipologia di mobbing e degli effetti (psicologici e medici) che ha sul lavoratore colpito. Infatti, le questioni legate al mobbing aziendale sono molto delicate perché investono più aspetti. Non ci si limita a problemi di carattere legale (denuncia dei fatti, cause di lavoro in tribunale), ma spesso viene coinvolta la sfera psicologica del lavoratore vessato. I gravi problemi psicologici che quasi sempre accompagnano le vittime di mobbing (che sfociano anche in problematiche di salute legate al fenomeno della somatizzazione) allargano quindi la sfera dei professionisti e delle istituzioni a cui rivolgersi in caso di mobbing aziendale.
Solitamente, al primo manifestarsi di fenomeni riconducibili al mobbing aziendale, molti sopportano o credono di poter gestire da soli la problematica. In realtà, in questa fase sarebbe meglio rivolgersi ai sindacati per una prima segnalazione e per ricevere, se possibile, i primi consigli pratici su come agire. Qualora non sia possibile o non si voglia passare attraverso i sindacati, è molto importante chiedere informazioni e consulenza agli appositi osservatori sul mobbing istituiti proprio per monitorare un fenomeno molto più diffuso di quanto possa sembrare, dai confini sfumati e dalle modalità subdole.
Gli effetti di un mobbing aziendale prolungato nel tempo o feroce nei modi possono essere devastanti a livello psicologico, favorendo la comparsa di sintomatologie depressive con perdita di autostima. In questo caso, è importante rivolgersi a psicologi specializzati che, naturalmente, non forniscono consigli diretti sul problema mobbing, ma si premurano di evitare che gli effetti psicologici nocivi non si sviluppino ulteriormente o che sfocino in somatizzazioni pericolose per la salute. Gli psicologi sono anche utili perché possono produrre certificati validi per provare il nesso causale tra comportamenti di mobbing aziendale e malessere psicologico del lavoratore vittima.
Nei casi più gravi, qualora insorgano patologie legate allo stress da mobbing (ulcere, cefalee, ecc.) occorre rivolgersi tempestivamente dal proprio medico curante che è in grado anche di produrre certificazioni atte ad essere usate in procedimenti giudiziari contro l’azienda che ha posto in essere comportamenti riconducibili al mobbing.

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