lunedì 13 dicembre 2010

TEST PENSIONI AL 50 % ENTRO IL 2037

Pensioni al 47 per cento delle retribuzioni entro il 2037: non sono rosee le previsioni dell'Inps
Non è rosea la previsione per i futuri pensionati italiani. Pensioni sempre più basse e bilanci dell’Inps in peggioramento sono le prospettive che si delineano all’orizzonte. Il quadro è contenuto in una quarantina di dossier che descrivono la evoluzione per ciascuna categoria fino al 2037. Nello studio voluto dal commissario straordinario dell'ente Antonio Mastrapasqua si evidenzia come le pensioni saranno progressivamente più basse in rapporto al reddito da lavoro e nel 2037 per i lavoratori dipendenti saranno pari al 47% del reddito. Queste le proiezioni dell'Inps - scrive il Corriere della Sera - dopo una "verifica tecnico-attuariale" per fotografare l'evoluzione delle pensioni di ogni categoria, "documenti licenziati a settembre ma finora non divulgati" dall'istituto di previdenza.
Assegni al 47% nel 2037 - "Il grado di copertura - spiega il quotidiano milanese - delle pensioni dei lavoratori dipendenti passerà dall'attuale 52% della retribuzione (54% considerando anche le 'gestioni separate' di elettrici, telefonici, trasporti, dirigenti d'azienda) al 54% nel 2015, per poi scendere al 47% nel 2037". L'iniziale aumento delle pensioni medie in rapporto alle retribuzioni "è dovuto al fatto che nei prossimi anni si ritirerà dal lavoro la generazione del baby boom, con una robusta vita lavorativa alle spalle e con l'assegno in buona parte ancora calcolato col retributivo". Per l'Inps inoltre, aggiunge il Corriere, "l'invecchiamento della società metterà a dura prova i conti, determinando un peggioramento dei bilanci d'esercizio e degli stati patrimoniali". La verifica mostra come il sistema di calcolo contributivo ( pensioni commisurate ai contributi versati in tutta la vita lavorativa) cominci a mordere, riducendo l’importo degli assegni. Un effetto che proseguirà anche dopo il 2037, se si tiene conto che solo verso il 2050 l’Inps non pagherà più pensioni calcolate col più vantaggioso metodo retributivo.
Il futuro in rosso dei dipendenti - Scrive il Corriere che il grado di copertura per i lavori dipendenti cadrà dall’attuale 54-56% al 47% nel 2037, mentre il bilancio dedicato risulterà in attivo fino al 2013, per poi virare verso il rosso già dal 2014. Nel 2037, senza interventi, il passivo arriverà a 61 miliardi di euro.
Gli artigiani verso il 43 per cento - Oggi un artigiano va in pensione con il 50% di quanto ha percepito durante la sua vita lavorativa: un conto che è previsto in aumento fino al 53% in tre anni, e poi però in crollo al 43% nel 2037. Il bilancio economico passa da una perdita di 3 miliardi fino a una di 15,5 miliardi nel 2037.
Non ridono i commercianti - Situazione analoga, scrive sempre il Corriere, per i commercianti, con il grado di copertura che parte al 46%, arriverà al 52% per poi scendere di nuovo al 44% nel 2037. Il deficit arriverà a 8,7 miliardi nel 2037, lo stato patrimoniale è previsto in negativo per quella data di 127,5 miliardi.
La situazione disperata dei precari - La situazione peggiore è quella dei precari oggi inquadrati come parasubordinati. Qui le stime dicono addirittura che nel 2037 la pensione sarà pari al 14% del reddito. Ma si tratta di un dato poco significativo, fanno sapere dall’Inps. Si tratta cioè di un calcolo teorico che non distingue tra contribuenti esclusivi e chi ha un lavoro ma versa anche in questa gestione per consulenze o prestazioni accessorie alla sua occupazione principale. I vari centri di ricerca invece stimano una forbice che va dal 36% al 55% dello stipendio. Ad oggi però la cifra è inquietante: 6351 euro di pensione per chi ci andrà nel 2037.

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