mercoledì 29 dicembre 2010

CONTANTI MAI OLTRE 5000 EURO

Già alle prese con la durissima crisi economica, che ha costretto a ridimensionamenti e a chiusure, le piccole imprese e gli autonomi, dal 2011, avranno ancor meno spazio per gli arbitraggi fiscali. Il governo e l’Agenzia delle entrate, con la manovra di luglio e lo stesso milleproroghe di fine anno, hanno chiuso quasi tutti i varchi all’evasione fiscale ed inasprito notevolmente le sanzioni. Con la manovra di luglio è stato ad esempio reintrodotto il limite all’uso del denaro contante e degli assegni per le transazioni. Da quest’anno diventa impossibile incassare una somma «liquida» superiore ai 5 mila euro. Insieme al vincolo sull’uso del contante per le imprese che hanno partita Iva (sono fatte salve le più piccole, cioè la stragrande maggioranza) c’è anche l’obbligo di trasmettere al Fisco, per via telematica, tutte le fatture di importo superiore ai 3 mila euro (3.600 euro se sono prestazioni non fatturabili, come tutte quelle che vengono rese ai cittadini senza partita Iva). Anche i controlli sui redditi degli autonomi, reali o presunti, saranno ben più penetranti con il nuovo redditometro (vedi l’articolo dedicato al Fisco). Dichiarare poco o niente, a fronte di spese consistenti per generi di lusso, porterà quasi automaticamente ad un accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate. Agli autonomi, nel 2011, saranno applicati anche i nuovi studi di settore rivisti, e in parte addolciti, per tener conto della crisi economica. Qualche buona notizia per gli autonomi e le piccole imprese arriva invece dal fronte della semplificazione amministrativa. L’attuale Dia, dichiarazione di inizio attività, sarà sostituita dalla Scia, segnalazione certificata di inizio attività, che consentirà di sostituire con autocertificazioni anche le attestazioni dei tecnici abilitati quando prevedano pareri di enti e amministrazioni pubbliche.

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